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Rimanendo in tema "Halloween", dal quale mi sono fatto involontariamente trasportare, vorrei parlarvi del lato più oscuro del passato delle Isole Fiji riportandovi delle testimonianze macabre e raccapriccianti di alcuni missionari e viaggiatori che hanno vissuto qui nel 1800. Sto parlando della ferocia nelle pratiche del cannibalismo durante l'era che oggi i Fijiani chiamano "il tempo del diavolo", ovvero prima della diffusione del cristianesimo. Faccio notare che il cannibalismo a Fiji non esiste più da oltre 140 anni ed il corso del tempo ha fatto di questo popolo tra i più amichevoli ed ospitali di tutto il nostro pianeta.
Faccio inoltre notare che ho deciso di scrivere questo articolo puramente a scopo culturale per rispondere alla curiosità, personale e non, di saperne di più sul passato di questo sorprendente paese... e quale periodo dell'anno è più indicato per questo argomento scioccante se non il fine settimana di Halloween?
ATTENZIONE: I RACCONTI CHE RIPORTO IN QUESTO ARTICOLO NON SONO ADATTI AD UN PUBBLICO FACILMENTE IMPRESSIONABILE.. credetemi sulla parola.
Prima di tutto diciamo che i Fijiani non mangiavano solo persone dalla pelle bianca ma anche altri Fijiani. Non era necessario essere un nemico o avere motivi di vendetta o aver fatto uno "sgarro" ad un Capo o ad un Re di un villaggio. I Fijiani, a quei tempi, erano famosi per la loro ferocia e crudeltà in tutto il Sud Pacifico.
Una dei servi del re pochi mesi fa è scappata. È stata presto, però, riportata a casa del re. Lì, su richiesta della regina, il suo braccio è stato tagliato sotto il gomito e cotto per il re che lo mangiò in presenza della ragazza, e poi ordinò che il suo corpo fosse bruciato in diverse parti. La ragazza, ora una donna, è ancora in vita. - Jaggar, Missionario Metodista, Fiji, 1844
Il cannibalismo alle Fiji era una pratica radicata nella cultura. Non si è mai riusciti a capire fino in fondo cosa spinse questo popolo ad essere così voracemente voglioso di carne umana e così meticoloso nel preparare un pasto e prolungare la morte delle loro vittime con estrema ferocia e sadismo.
Due uomini, che sono stati catturati vivi durante la guerra in Viwa, sono stati portati a Kamba per essere uccisi. Il Capo del villaggio parlò a suo fratello - che era stato convertito alla nostra missione - sul modo in cui li aveva destinati ad essere uccisi. Suo fratello gli disse: 'Questo è molto crudele. Se si permetterà agli uomini di vivere, io ti darò una canoa.' Il Capo rispose: 'Tieniti la tua canoa. Voglio mangiare quegli uomini!' Suo fratello ha poi lasciato il villaggio perchè non avrebbe potuto testimoniare a quella vista orribile.
L'atto crudele è stato poi perpetrato. Agli uomini condannati a morte è stata fatta scavare una buca in terra per fare un forno nativo (lovo), gli è stata poi fatta tagliare la legna per arrostire i loro corpi. Sono stati quindi mandati a lavarsi, e poi gli hanno fatto fare una tazza di foglie di banana. Questa, dopo aver aperto una vena in ognuno dei due uomini, è stata presto riempita del loro sangue. Questo sangue è stato poi bevuto, alla presenza dei due uomini, dal popolo Kamba.
Sern, il Capo Villaggio, aveva fatto tagliare loro le braccia e le gambe, le aveva fatte cuocere e poi mangiate. Alcuna della loro carne venne mostrata ai due uomini. Ordinò poi che un amo da pesca fosse messo nella loro lingua, la quale doveva poi essere tirata fuori il più possibile prima di essere tagliata. Questa è stata arrostita e mangiata davanti ai due uomini ancora in vita alle provocazioni di 'Stiamo mangiando la tua lingua!' Mentre la vita delle vittime non si era ancora spenta, venne fatta un'incisione nel fianco di ogni uomo per togliervi le viscere. Questo terminò la loro sofferenza in questo mondo. - Jaggar, Missionario Metodista, Fiji, 1844
Forse, come potrete leggere qui sotto, la mancanza di animali di grossa taglia sulle isole ha portato al cannibalismo e questo è poi degenerato in una mania facendo impazzire la gente per la carne di un uomo. La voracità per il gusto di questa carne toccava il limite dell'assurdo e, a volte, non conosceva limiti o non guardava in faccia a nessuno.
I Fijiani amavano la carne umana, e non mangiavano solo un nemico per vendetta. Probabilmente l'assenza di grossi animali ha dato origine a questo fenomeno...
L'equipaggio di ogni nave che naufragò su queste rive è stato ucciso e mangiato. Spesso un uomo avrebbe deciso di bastonare qualche uomo o donna che lui considerava sarebbe stata buona per la cottura con la scusa che il suo 'dente nero faceva malè e solo la carne umana avrebbe potuto curare il suo dolore. Tale era il diritto assoluto di un uomo su sua moglie che avrebbe potuto ucciderla e mangiarla se voleva, cosa che non è stata fatta raramente.
Così grande era il loro desiderio di questa strana carne che quando un uomo era stato ucciso in uno dei loro tanti litigi, e i suoi parenti avevano seppellito il suo corpo, altri Fijiani venivano frequentemente posseduti da demoni e, scavando il corpo dalla tomba, lo cucinavano e festeggiavano. È divenuta consuetudine per i parnenti di un morto far la guardia alla tomba di un uomo sepolto (che non era morto per cause naturali) finché il corpo non era probabilmente diventato troppo ripugnante anche per l'appetito di un Fijiano. - Alfred St Johnston, Viaggiatore, Fiji Islands, 1883
I capi dei villaggi erano temuti da tutti e considerati come discendenti degli dei. Un capo villaggio poteva decidere la vita o la morte di ogni componente del villaggio e non. Un capo villaggio doveva dare l'esempio ed incutere timore non solo nelle sue decisioni ma anche nella sua forma fisica.
Noi non vogliamo e non possiamo dirvi tutto quello che sappiamo sulla crudeltà e sulla criminalità Fijiana. Ogni nuovo atto sembra elevarsi al di sopra dell'ultimo. Un capo a Rakiraki aveva una scatola in cui teneva carne umana. Le gambe e le braccia erano salate per essere conservate in questa scatola. Se il capo avesse visto qualcuno, anche dei suoi amici, che era più grasso di lui, lo faceva uccidere sul posto, ne faceva una parte arrosto e il resto lo conservava sotto sale. Il suo popolo ha dichiarato che mangia carne umana ogni giorno. - Rev. John Watsford, Ono, Fiji, 6 Novembre, 1846
La carne umana non si mangiava solo cotta in lovo ma soddisfava diverse mode. Nella preparazione di un pasto non vi era solo disordinata ferocia ma anche cura nel trattare, preparare e cucinare il piatto forte che veniva poi consumanto con gelosa ingordigia.
A Bau, la gente conserva la carne umana e la mastica come alcuni masticano il tabacco. La portano con loro, e la usano nello stesso modo come il tabacco. Ho sentito di un caso di crudeltà, l'altro giorno, che supera tutto ciò che ho udito prima. Una canoa naufragò vicino Natawar, e molti degli occupanti riuscirono a nuotare a riva. Sono stati catturati dalla gente Natawar e furono disposti dei forni per arrostirli tutti in una sola volta. I poveri disgraziati furono legati pronti per i forni e i loro nemici stavano aspettando con ansia di divorarli. Non sono stati battuti con i bastoni, perché il loro sangue non doveva essere perso. Alcuni, tuttavia, non potevano aspettare fino a quando i forni erano sufficientemente caldi e strapparono le orecchie dei disgraziati per mangiarle crude.
Quando i forni erano pronti, hanno tagliato le loro vittime con molta attenzione, mettendo piatti sotto ogni parte per raccogliere il sangue. Se una goccia cadeva, la leccavano da terra con la più grande golosità. - Rev. John Watsford, Ono, Fiji, 6 Novembre, 1846
Il rito di mangiare carne umana era anche considerato di buon auspicio prima dell'inizio di un evento o di un'impresa... O forse ogni scusa era buona.
Nessun avvenimento importante è stato avviato senza l'uccisione di uno o due esseri umani come inaugurazione. C'era una canoa da costruire, quindi un uomo deve essere ucciso per la posa della sua chiglia, se l'uomo per cui la canoa si stava costruendo era un capo molto importante, un uomo fresco deve essere ucciso per ogni legno nuovo che è stato aggiunto. Altri uomini sono stati utilizzati durante il varo come rulli per aiutare il passaggio della canoa verso il mare. Altri ancora sono stati uccisi per lavare la coperta di sangue e per fornire alla festa la carne umana considerata così desiderabile in tali occasioni. - Alfred St Johnston, Viaggiatore, Fiji Islands, 1883
L'utilizzo di una vittima destinata a diventare cibo poteva anche essere d'intrattenimento per la comunità che seguiva gli spettacoli con grande interesse.
A Bau vi era uno spettacolo di macellazione in una sorta di arena, intorno alla quale sono stati posti dei sedili in pietra per gli spettatori. In questo spazio vi è stato posta un enorme pietra "spacca cervelli", che è stata usata in questo modo: due forti nativi, sequestrata la vittima, ne tengono ciascuna un braccio e una gamba, e, alzando il corpo da terra tenendolo a testa in basso, correvano alla loro massima velocità, facendo sbattere la testa della vittima conto la grande pietra ripetutamente... il che era un gran divertimento per gli spettatori. - Alfred St Johnston, Viaggiatore, Fiji Islands, 1883
La carne umana era anche usata come merce di scambio o come dono per ammiccarsi un villaggio più potente. Naturalmente i doni erano ben accettati da tutta la comunità.
31 ottobre 1839, Giovedi. Questa mattina abbiamo assistito ad uno spettacolo scioccante. Venti (20) cadaveri di uomini, donne e bambini sono stati portati a Rewa come un regalo da Tanoa. Sono stati distribuiti tra la gente per essere cucinati e mangiati. Essi sono stati trascinati in acqua e sulla spiaggia. I bambini si divertivano a mutilare il corpo di una bambina. Una folla di uomini e di donne maltrattatavano il corpo di un uomo dai capelli grigi e una giovane donna. Interiora umane galleggiavano sul fiume di fronte alla sede della missione. Gli arti mutilati, teste e busti dei corpi degli esseri umani galleggiavano, e scene di disgusto e di orrore erano davanti al nostro punto di vista in ogni direzione. Come è vero che i luoghi oscuri della terra sono pieni delle abitazioni di crudeltà.
1 ° novembre Venerdì. Questa mattina poco dopo l'inizio del giorno sono rimasto sorpreso nel sentire le voci di più persone che parlavano a voce molto alta vicino alla recinzione di fronte alla sede della missione. Andando ad accertare la causa del rumore, ho trovato una testa umana nel nostro giardino. Era la testa del vecchio, il cui corpo era stato abusato in spiaggia il giorno prima. Il braccio del corpo era stato spezzato da un proiettile che era passato attraverso l'osso vicino alla spalla, e la parte superiore del cranio era stato rotto con un bastone. La testa era stato messa in giardino durante la notte, con l'intento senza dubbio, di infastidire o scioccare i nostri sentimenti. - Rev. David Cargill, Missionario Metodista, Rewa, Fiji, 1839
Meno male che oggi i Fijiani sono tutt'altre persone e che certe pratiche non esistono più.
Oggi il cannibalismo di quei tempi oscuri è visto con macabro rispetto. Visitando il Fiji Museum di Suva o l'Art Village di Pacific Harbour si possono "ammirare" reperti, foto e testimonianze di quello che era il passato delle isole che i naviganti Europei chiamavano "Isole dei Cannibali". Nelle zone remote di tutto il paese si possono trovare memorie di quel periodo (come ho avuto modo di testimoniare personalmente sulla bellissima isola di Kaibu nelle Lau trovando una grotta piena di ossa umane). Pensando che solo il grande capo Ratu Udre Udre nella sua vita è riuscito a mangiare più di 800 persone, pensate quante ossa sono distribuite nelle zone remote delle Isole Fiji. Le ossa, infatti, venivano utilizzate dai Fijiani del passato per farne utensili da cucina (ciotole, piatti, forchette, coltelli) o per creare strani cuscini sui quali poggiavano la testa per dormire, oppure le "buttavano" in caverne, che ho saputo che i locali oggi chiamano "rubbish cave", ovvero caverne spazzatura.
L'avvento del cristianesimo ha reso i Fijiani quelle fantastiche persone che sono oggi e, anche se in alcuni casi c'è chi, per sdrammatizzare il passato delle Fiji, racconta barzellette (come lo staff delle rapprsentazioni culturali dell'Art Village di Pacific Harbour), c'è chi si pente delle storia delle Fiji e degli atti perpetrati a scapito delle persone divenute un "pasto". Questo è il caso della popolazione del villaggio di Nabutautau che nel 2003 ha fatto le sue scuse per aver cannibalizzato il reverendo Thomas Baker e 8 dei Fijiani della sua missione nel 1867. Questo è stato forse il più famoso e sicuramente l'ultimo atto di cannibalismo perpetrato nelle Isole Fiji.
Testimonianze tratte da Here be Cannibals e Fiji Villagers apologize for cannibalism
Foto tratte da Sleeping with cannibals, Manuscript & Pictorial, Cannibalism, Travel Tart, Just Pacific
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