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Oggi è il primo di Luglio ed in Europa è già iniziata la stagione più calda ma l'estate non vuol dire solo alte temperature, mare e vacanze. Una delle cose che preferisco dell'estate è quando ci si ritrova a tarda sera con gli amici e ci si racconta storie misteriose o leggende. A questo proposito vorrei iniziare una nuova serie di articoli sulle curiosità delle isole Fiji dedicata al paranorale e vorrei iniziare questa serie parladovi di un dei misteri più famosi dei mari del Sud Pacifico, quello della nave maledetta, MV Joyita, che ancora prima del varo aveva già un fitto alone di mistero intorno a se.
Il vascello fu costruito su richiesta del produttore americano Roland West che la chiamò Joyita in onore dell'attrice Jewel Carmen (Joyita = little jewel = piccolo gioiello) con la quale ebbe una relazione amorosa. La passione tra i due svanì e la sfortuna iniziò a colpire il vascello ancora prima del varo nel 1931.
In quegli anni West era considerato un sospetto assassino a causa di certe inusuali circostanze nella morte della sua amante ed attrice Thelma Todd che fu ritrovata nel garage di casa sua. L'autopsia dice che l'attrice morì "accidentalmente" d'avvelenamento per monossido di carbonio ma alcune teorie, forse molto hollywoodiane, hanno suggerito che la Todd fu uccisa a bordo della Joyita e poi trasferita nel suo garage.
La Joyita fu completata nel 1931 a Los Angeles. Durante il primo viaggio la nave dovette essere trascinata in porto dopo un disastroso incendio nella sala motori. Dopo questo incidente la nave venne venduta ed iniziò ad essere utilizzata per servizi charter. Furono molte le stelle di Hollywood che utilizzarono la Joyita per le loro gite in mare finchè, quando un passeggiero svanì misteriosamente, nessuno volle più utilizzarla. Si dice che Humphrey Bogart fosse una delle persone che pensavano di comprarla. Durante questi anni (tra il '31 e il '40) fece diversi viaggi in Mexico e fu capitanata da Chester Mills.
Durante la seconda guerra mondiale la Joyita fu utilizzata dalla marina statunitense come nave vedetta. Essa arrivò a Pearl Harbour proprio il giorno dell'attacco da parte dei Giapponesi.
Pura Coincidenza?..
Anche dopo quel periodo, quando il vascello era fuori servizio, lasciò un segno macabro di sè: un custode morì per esalazioni di acidi dalle batterie, ci fu una serie di inspiegabili incendi e 2 uomini furono uccisi durante un litigio su di essa.
Dopo essere passata di proprietario in proprietario, la Joyita fu comprata e rimessa a nuovo da Dusty Miller che iniziò i lavori per portarla ad essere una nave mercantile e peschereccio.
Il 3 Ottobre 1955, la MV Joyita, partì da Apia (Western Samoa) ed intraprese la rotta per Fakaofo nelle Tokelau con 25 persone a bordo (16 persone dell'equipaggio e 9 passeggeri tra cui un ufficiale del governo samoano ed un dottore). Il viaggio sarebbe dovuto durare solo 48 ore ma la Joyita non arrivò mai a destinazione; inoltre le autorità non ricevettero nessun SOS dall'imbarcazione e la Royal New Zealand Air Force, dopo una dettagliata ricerca, fallì nel ritrovarne le tracce.
5 settimane dopo, il 5 Novembre 1955, la Joyita fù avvistata dal capitano Gerald Douglas, della nave mercantile Tuvalu, vicino alle isole Fiji, circa 600 miglia dalla rotta che avrebbe dovuto intraprendere. La nave era mezza affondata, in pessime condizioni, mancavano 4 tonnelate di cargo (che in gran parte era composta da medicinali, legno e cibo), uno dei motori era ricoperto di materassi, i cavi della radio erano spezzati, le luci accese, il giornale di bordo, 3 scialuppe ed altre apparecchiature di bordo non c'erano e dei 25 dell'equipaggio non si trovò alcuna traccia. La squadra di recuperò notò che lo scafo non presentava falle e che la radio era sintonizzata sul canale internazionale di SOS (2182 kHz) ma i cavi spezzati non avrebbero permesso al segnale di essere ricevuto da nessuno.
Dopo essere stata trainata al porto più vicino (Suva), la Joyita venne messa all'asta dai proprietari e nel 1956 fu acquistata da David Simpson, un inglese che la rimise a nuovo per falre riprendere il mare ma la sfortuna di questa nave maledetta non voleva terminare.
Nel Gennaio del 1957, la Joyita arenò con 13 passeggieri a bordo nel mare di Koro (Fiji). Dopo essere stata riparata, nel 1958, iniziò un servizio di nave mercantile tra Suva e Levuka ma arenò ancora nel Novembre del 1959. L'equipaggio riuscì a rimetterla in mare ma la nave imbarcava acqua e le pompe, che avrebbero dovuto pompare fuori l'acqua, erano state montate al contrario ed invece di buttare fuori acqua ne imbarcava.
A questo punto la Joyita aveva ormai una nota reputazione come "nave sfortunata" e venne abbandonata dai suoi proprietari su una spiaggia e depredata di tutto ciò che potessere essere utile. Nel 1960 venne ancora venduta ma ne era praticamente rimasto solo lo scafo.
Il mistero della Joyita è avvincente e drammatico.
La nave era equipaggiata per trasportare cargo refrigerato il quale impianto aveva 195 metri cubi di sughero che la rendeva praticamente inaffondabile. Inoltre, durante quel drammatico viaggio, la Joyita trasportava diversi barili vuoti per carburante, un fattore in più che avrebbe impedito alla nave di affondare.
La domanda di fondo è: Cosa potrebbe aver spinto un abile uomo di mare come Dusty Miller ad abbandonare la Joyita, una nave appena rimessa a nuovo, in mare aperto ed affidare il suo ed il destino degli altri 24 passeggieri alle fragili scialuppe?.. sempre che questo sia davvero ciò che è successo.. ma questa è una domanda alla quale nessuno potrà mai rispondere.
Si sono fatte diverse supposizioni durante questi anni sulla Joyita (che venne anche chiamata la Mary Celeste del Sud Pacifico) e si sono scritti diversi libri e documentari. Alcune di queste supposizioni parlano di ammutinamento, altre dell'incapacità o morte del capitano, altre di un improvvisa inondazione della sala motori dovuta ad una perdita del sistema di raffeddamento, altre di una frode ai danni dell'assicurazione, altre di pirateria da parte dei Giapponesi (che, stando alla teoria avrebbero rapito l'equipaggio ed i passeggeri) ed altre... naturalmente... parlano di soprannaturale.
Tratto da The Ghost Ship Joyita, Wikipedia e Fiji Times
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