Come si lascia la Kings Road per entrare a Vaileka nel nord di Viti Levu, a circa 12 kilometri dal centro abitato, ci si imbattete nella tomba ben curata di Ratu Udre Udre dove le iscrizioni sulla pietra tombale e l'ambiente sereno che la circonda, smentiscono il terrore che il grande capo divulgo' durante il suo dominio più di 200 anni fa.
Ratu Udre Udre, un capo tribale della zona, è stato l'ultimo noto cannibale dell'arcipelago ed era conosciuto e temuto per praticare questa impresa raccapricciante, anche dopo che i vertici influenti, come Ratu Seru Cakobau cedette il paese alla Gran Bretagna accettando il cristianesimo.
Ratu Udre Udre è noto per essere stato il cannibale più prolifico del mondo. Nel corso del 19esimo secolo, fu riferito che mangio' più di 99 persone e che conservo' una pietra per ogni corpo mangiato. Le pietre sono ora collocate accanto alla sua tomba a Rakiraki.
Secondo il figlio di Udre Udre, il grande capo avrebbe mangiato ogni parte delle sue vittime, preservando ciò che non poteva mangiare in una sola seduta per il consumo successivo.
Il mito racconta che Udre Udre abbia mangiato oltre 9000 persone, ma questo numero venne smentito e considerato impossibile dal tempo che sarebbe dovuto essere stato impiegato per ogni persona. Il conteggio approssimativo che e' stato invece stabilito, conteggiando il numero delle lapidi nei pressi della sua tomba, e' vicino a 872.
Al Museo Nazionale di Suva e' ancora possibile vedere parte del tavolo da pranzo di Udre Udre, con diverese delle effettive forchette cerimoniali tribali utilizzate per mangiare carne umana.
La guida della Lonely Planet fornisce la seguente storia:
Nel 1849, qualche tempo dopo la morte di Ratu Udre Udre, il reverendo Richard Lyth, che si trovava in Cokova nel nord-est di Viti Levu, vide una lunga fila di pietre allineate. Ogni pietra rappresentava una delle vittime del capo, il cui "bottino" personale raggiunse almeno 872 cadaveri, in aggiunta a quelli mangiati nella sua giovinezza (a quanto pare alcune delle pietre furono rimosse).
Il reverendo ha raccontato di una conversazione con Ravatau, il figlio di Udre Udre:
"Ravatu mi ha assicurato che suo padre mangio' questo gran numero di esseri umani, soleva aggiungere una pietra sulla linea per ciascuno di essi, erano vittime di guerra e lui li ha mangiati tutti da solo senza darli a nessun altro".
“Ravatu assured me that his father eat all this number of human beings - he was wont to add a stone to the row for each one he received - they were victims killed in war he eat them all himself - he gave to none”.
"Ne aveva tanti a portata di mano, e furono cotti e ricotti, per conservarli, fino a quando tutto era consumato. Teneva le scorte in scatole per far si che nulla andasse perso...mangiava poco altro, poche verdure, ed essendo un gran mangiatore fu in grado di consumarne davvero molti".
“However much he had on hand - it was cooked and recooked (by which it was preserved) until it was all consumed - he would keep it in a box so that he might lose none ... he eat but little else, very little vegetable - and being an enormous eater he was able to get through a great deal.”
Oggi il popolo fijiano si relaziona a questi tempi come "na guana ni tevoro" che significa "il tempo del diavolo". La ferocia del canibalismno dissuasero i marinai europei ad avvicinarsi alle coste chiamando Fiji "The Cannibal Isles" (come diciamo nel nostro articolo "La storia delle Isole Fiji (dagli albori all'indipendenza)").
Articolo tratto da Fiji Live e Wikipedia
Foto tratta dal Fiji Museum